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Te lo sussurra Falpalà – Salverò la principessa

Pubblicato su Luglio 17, 2015 di Farollo e Falpalà Pubblicato in Il diario di Falpalà, Uncategorized .

Care mamme e cari babbi,

oggi mi sento particolarmente felice perché ho scelto di parlarvi di un libro che svela una meravigliosa magia.
E’ un albo che ha il potere di dilatare il tempo e lo spazio della libreria e riportarmi all’infanzia, al tempo di quell’incantato imperfetto “facciamo che io ero…e che tu eri…?”

Sto parlando di
“Salverò la principessa” di Nicola Cinquetti, illustrazioni di Silvia Vignale – Lapis Edizioni

Salverò la principessa_Farollo e Falpalà

“Ecco un cavaliere che cavalca. Brilla al sole la corazza d’argento.
Bianco, elegante il cavallo di razza.

Come dite? Vi sembra piccolo il cavallerizzo?
Oh, la statura non è importante.
Conta il coraggio. La generosità. Lo sguardo sognante”.

DSC_0590 (2)

Il cavaliere corre in sella al suo destriero per salvare una bellissima principessa prigioniera nella torre del castello ma a fare la da guardia c’è un dagro sbrana-gente che sputa fuoco, lancia fiamme e fa scintille, c’è un gattopardo che ruggisce e fischia, ci sono due soldati armati.
L’indomito cavaliere riesce a superare ogni ostacolo e a salvare la bella principessa.
A questo punto c’è una sorpresa che spunta quando il cavaliere si toglie l’elmo: il cavaliere è una bambina e la principessa è la sua migliore amica.

“Per fortuna sei venuta, mi stufavo sola in casa”

“Sai, ti ho vista sul balcone e ho giocato ad immaginare
che tu fossi principessa prigioniera in un castello.

Che avventura!
La mia bici un bel cavallo, il portiere del palazzo un brutto drago,
la gattina dei vicini un gattopardo, due soldati i genitori,
io l’eroe che ti ha salvata…”

“Che storia che ti sei inventata!”

Salverò la principessa_Farollo e FalpalàIl nostro libro si conclude con le due amiche in altalena che continuano a sognare, volando nel cielo senza fine a dorso di un aquila con le ali spalancate.

“Salverò la principessa” ha il dono di svelare la meravigliosa magia del gioco.
E’ un libro che aggancia immediatamente i bambini e li conduce fluidamente attraverso la storia perché traduce in rime ed immagini deliziose il loro “tempo mitico”, il tempo del gioco, del sogno, della fantasia.
Quando la bambina si svela togliendo l’elmo e racconta alla sua amica la storia che ha creato, si rinsalda con il piccolo lettore il patto di fiducia che si fa aprendo un libro: ci stiamo per regalare un universo di possibilità.

“Salverò la principessa” ha il dono di riportare i grandi al tempo del gioco.
Quando il gioco era puro e semplice gioco.
Quando sentivamo che l’universo non aveva confini e poteva essere plasmato a nostro piacimento.
Quando nel gioco ci si regalava all’altro, immensamente e completamente, nella nostra pienezza.
Quando al grido di “amici!” “amiche!” si correva a braccia aperte nelle avventure, pronte a salpare su vascelli alla ricerca di tesori, a scalare torri, volare su draghi.
Quando riusciamo a vedere nelle torte di fango creazioni che il cake design non eguaglierà mai.
Quando stringevamo in un abbraccio forte le nostre amiche o i nostri amici, godendo pienamente della gioia dell’incontro, come se non ci vedessimo da anni pur essendoci salutati in pomeriggio prima.
Quando sentivamo di poter essere mille cose insieme…
“Da grande sarò archeologa, attrice e pianista e poi nel tempo libero faccio l’astronauta“.

Ve lo sussurro con gioia perché è un libro che invita a vedere nelle semplici cose tutto il loro potenziale creativo e ci invita ad essere l’eroe e l’eroina che vogliamo.

Per concludere, vi rivolgo anche io un invito: ricominciamo a giocare.
Ripescate i vostri sogni di bambine/i e prendete i vostri bimbi e compagni/e per mano dicendo “facevamo che io ero una fata e facevo attraversare l’arcobaleno?” “Facevamo che ero una piratessa e c’era un tesoro da cercare?”
Vi invito a vedere nel divano del salotto un drago dormiente, una montagna da scalare, un fortino da creare.
Vi invito a crederci, con ogni fibra del vostro corpo.
Assaporate questa libertà e godete della gioia pura che nasce dal gioco.
Quel momento, quelle risate sono un dono prezioso per voi ed i vostri bimbi.

Buona lettura e buon gioco a tutti,
Falpi

Salverò la principessa_Farollo e Falpalà

Tag: crescita, educazione, genitori, insegnanti, ioleggononcensuro, Lapis Edizioni, lettura, libri, Nicola Cinquetti, salverò la principessa, Silvia Vignale, tutte le età .

Te lo sussurra Falpalà – Ecco perché #ioleggononcensuro

Pubblicato su Luglio 10, 2015 di Farollo e Falpalà Pubblicato in Uncategorized .

Care mamme, cari babbi,

questo ultimo mese è stato per noi un mese di fuoco… come ben sapete, Farollo è stato operato d’urgenza  e abbiamo sospeso molte delle attività della libreria.
Abbiamo in arretrato newsletter e calendario attività ma scegliamo di prenderci un momento stamane per scrivervi e condividere con voi dei pensieri da giovani librai che, a nostro parere, hanno la priorità in questo momento.

Sul nostro specchio delle parole in questi giorni c’è l’hashtag #ioleggononcensuro, la scorsa primavera c’era l’hashtag #ioleggononbrucio e ci sembra doveroso spiegarvi il perché.
Negli ultimi mesi si sta parlando tanto dell’editoria per l’infanzia ed in particolare di alcuni titoli e case editrici i cui libri, prima, hanno rischiato di essere bruciati in piazza a Milano ed ora sono stati banditi dai nidi e dalle scuole dell’infanzia di Venezia.

Premettendo che noi siamo contrari ai roghi dei libri, che ricordano periodi bui, condividiamo con voi il fatto che sinceramente non capiamo il perché della richiesta di censura.

Noi crediamo fortemente che sia un diritto dei genitori scegliere per i propri figli  i libri che siano in linea con i propri principi, valori e sistema di credenze.
Crediamo fortemente che per consentire a tutti i genitori di esercitare questo diritto sia obbligo dei luoghi di cultura (come le scuole, le biblioteche e le librerie) avere tutto.

Crediamo che sia obbligo di questi spazi fa sentire accolto ogni bambino e ogni famiglia.
Crediamo inoltre che sia importante oggi più che mai parlare di intercultura, multicultura, diversità.

Ecco perché #noileggiamononcensuriamo.
Ecco perché lo scorso lunedì, per l’appuntamento con le storie di Falpalà, abbiamo scelto di leggere:
– “Ninna nanna per una pecorella” di Eleonora Bellini – Topipittori
– “Piccolo blu e piccolo giallo” di Leo Lionni – Babalibri

Ecco perché lunedì leggeremo:
– “Salverò la principessa” di Cinquetti Nicola,Vignale Silvi – Lapis Edizioni
– “Forte come un orso” di Stangl Katrin – Topipittori

Ci piace comunque credere che quello che sta succedendo possa essere l’occasione per incuriosirsi, domandare, confrontarsi.
Su quest’onda e con il nostro sincero stupore per l’accaduto, vi invitiamo a venire in libreria a consultare i 49 libri incriminati perché per poter esercitare il proprio diritto alla scelta è fondamentale conoscere.
Noi, come sapete bene, siamo pronti ad illustrarvi tutti i libri che desiderate. A leggerli, raccontarli, provare a capirli insieme.
Compatibilmente alla salute di Farollo e alle attività che andremo a riprendere, Falpalà dedicherà la sua rubrica alla condivisione di alcuni dei suddetti titoli.

Grazie per l’attenzione che ci dedicherete.
Noi vi invitiamo ad ascoltarci, poi giudicherete voi.

Farollo e Falpalà

Vorrei che tutti leggessero,
non per diventare letterati o poeti
ma perché nessuno sia più schiavo.
Gianni Rodari

Qui di seguito la lista dei titoli incriminati tratta dall’articolo dell’8 luglio 2015 del quotidiano “La Nuova di Venezia e Mestre”

Libri

Tag: babalibri, bohem express, crescita, educazione, fatatrac, genitori, Il castoro editore, incontri, insegnanti, ioleggononcensuro, Kalandraka, Kite edizioni, Lapis Edizioni, Lo Stampatello, nord - sud, topipittori, tutte le età .

Te lo sussurra Falpalà – Il dono della farfalla

Pubblicato su Maggio 21, 2015 di Farollo e Falpalà Pubblicato in Il diario di Falpalà, Uncategorized .

“Piove e il cielo
è grigio come uno scarabocchio di matita.
Chiara chiude la finestra,
si butta sul tappeto e comincia a
leggere il libro nuovo.
Una fiaba
.”

Comincia così la storia di cui vi scrivo oggi, con un libro che si apre…

“Il dono della farfalla” di Nicola Cinquetti, illustrazioni di Cristiana Cerreti – Lapis Edizioni

Il dono della farfalla_da Farollo e Falpalà“C’era una volta una farfalla che aveva una sola ala.”
<<Oh, poverina!>> esclama Chiara,
guardando la farfalla grigia disegnata sulla pagina.
<<Poverina un corno!>> grida la farfalla,
con voce esile e decisa.

La farfalla con piglio battagliero coinvolge Chiara in dialogo serrato in cui la bambina non riesce a raccapezzarsi tanto che comincia a pensare che alla farfalla, oltre a mancare un’ala, possa mancare anche qualche rotella…
Scopre però che quella farfalla è diversa da tutte le altre e la sua diversità non è “visibile” ma “udibile”: la farfalla sa fischiare! Commossa ed emozionata per la canzone che ha ascoltato, Chiara cancella la frase iniziale per scrivere

C’era una volta una farfalla che sapeva fischiare.

Il dono della farfalla_da Farollo e Falpalà

La nostra storia potrebbe finire qui ma un gesto di amore e bellezza può cambiare un mondo.
La farfalla chiede alla bambina di disegnare l’ala che manca. Chiara non vuole farlo perché non si sente abbastanza all’altezza, è convinta di non saper disegnare.
Ed è a questo punto che si rivela il vero “dono” della farfalla, il suo insegnamento: alcune volte il dono più grande sta nel ricevere e non nel fare. Alcune volte un dono consiste nel permettere all’altro di farci un dono, nello scambio sincero che nasce dalla relazione, nel potersi concedere all’altro per ciò che siamo e nel permesso che diamo di entrare nel nostro mondo.
La farfalla sta regalando a Chiara la possibilità di entrare nel suo mondo e di trasformare la sua realtà.

Il dono della farfalla_da Farollo e Falpalà

La bambina corre allora a prendere tutti i colori per disegnare un’ala arcobaleno…
Adesso sono pronte a modificare la frase iniziale per l’ultima volta:

C’era una volta una farfalla che
aveva un paio di ali unico al mondo.
E c’era una bambina con le mani
sporche di colore.

Il dono della farfalla_da Farollo e Falpalà

“Il dono della farfalla” non è un libro semplice.
Ma è immediato.
E’ una rivoluzione alla bocca dello stomaco.
E’ un invito a lasciarsi sorprendere dalle persone che incontriamo.
E’ un invito a cambiare prospettiva, a trasformare la commiserazione in empatia.
E’ un invito a vedere il bello, negli altri ed in noi stessi.

Io mi sento particolarmente legata questo libro, lo leggo tutte le volte che ho bisogno di mettere in discussione il mio punto di vista. Lo leggo tutte le volte che ho bisogno di ritrovare un ancoraggio alla mia parte sana e creativa.

Ve lo sussurro perché questo libro è uno strumento prezioso per insegnare ai bambini a riconoscere la bellezza nella diversità, a scoprire che l’unicità dell’altro non è data da quello che noi percepiamo come un “difetto visibile” ma nasce da tante e divere risorse spesso invisibili.
E siccome, in realtà, i bambini queste cose le sanno per istinto…questo sussurro è rivolto in particolare ai grandi.
Non smettete mai di lasciarvi stupire dagli altri e da voi stessi.

Oggi questo libro, permettetemelo, vorrei dedicarlo.
Lo dedico a tutte le persone che riescono a nutrirsi della bellezza e che riescono a restiturla,
a tutti coloro che vedono la parte sana delle persone e delle situazioni e la valorizzano,
alle persone che sanno regalarsi l’incontro con l’altro,
che sanno donarsi e sanno ricevere l’amore, che trasformano la realtà.
Lo dedico a chiunque lavori nella relazione d’aiuto.
A chi ha il privilegio immenso di lavorare con l’Umano.
Infine, considerando questo albo come una meravigliosa traduzione del lavoro del clown dottore… dedico questo sussurro ai miei amici e colleghi: i clown dottori di Ridere per Vivere.

Tag: 10 anni, 4 anni, 5 anni, 6 anni, 7 anni, 8 anni, 9 anni, adulti, crescita, Cristiana Cerreti, educazione, genitori, Il dono della farfalla, insegnanti, Lapis, Lapis Edizioni, lettura, libri, Nicola Cinquetti, tutte le età .

Te lo sussurrà Falpalà – Anche io sono migrante

Pubblicato su Aprile 21, 2015 di Farollo e Falpalà Pubblicato in Uncategorized .

Questo fine settimana ero in Svizzera per una formazione. Lavoro intenso. Niente tv e niente internet (per scelta). Due giorni fuori dal mondo.
Ieri rientro in Italia stanca ma tanto felice.
Compro il giornale e prima di aprire la libreria mi soffermo soddisfatta a guardare la vetrina che ho preparato per il 25 aprile.
Una vetrina piena di libri che raccontano la Libertà e come l’abbiamo conquistata. Libri che raccontano e spiegano i diritti dei grandi e dei bambini. Libri che raccontano la guerra e spiegano perché è sbagliata. Libri in cui credo fortemente.

Apro la libreria. Apro il giornale.
Sbam. Uno schiaffo: “Strage al largo della Libia: morti in mare tra 700 e 900 migranti”.
Tra 700 e 900 morti. In un giorno. Sono numeri da guerra.
Ed io che ero tanto soddisfatta per la mia vetrina sulla libertà…

Scrivo questo post ora per sussurrarvi due libri. Due titoli importanti, a mio parere, in questo momento.

– “Fu’ad e Jamila” di Cosetta Zanotti ed illustrazioni di Desideria Guicciardini, Lapis Edizioni.

– “Bellosguardo” di Manuela Salvi ed illustrazioni di Francesca Assirelli, Sinnos Edizioni

Fu'ad e Jamila_ Farollo e Falpalà Bellosguardo_Farollo e Falpalà

 

Fu’ad e Jamila racconta la storia di due giovani migranti di oggi.
“Fu’ad accarezzò la pancia tonda di Jamila e la baciò pensando che il loro bambino sarebbe nato al di là del mare, oltre l’orizzonte, nella terra dove tutto è possibile, là dove la notte non esiste e il cibo non manca.”

Fu'ad e Jamila_Farollo e FalpalàRacconta dell’attesa del segnale per partire, della tanta gente pronta ad andarsene…molti più del previsto. Racconta la rabbia, il dolore, il sacrificio, le paure e le tante speranze
“Se avesse potuto gridare al mare avrebbe urlato quanto è buia la guerra, quanto è nera la fame e come il blu profondo della nostalgia le stringeva il cuore. Fu’ad la raggiunse, si sedette accanto a lei e diede un ultimo sguardo alla battigia. Addio terra, addio profumo di casa.
(…) Voci gravi di uomi ammassati sul ponte che discutevano di quanto fosse costato quel viaggio, dei debiti accumulati, della speranza di incontrare un parente dall’altra parte del mare.”

Racconta del barcone troppo piccolo per tutte le persone accalcate l’una sull’altra e per tutti i loro pensieri.
Racconta  dei fulmini, della pioggia, delle onde che si ingrossano e della tempesta. Racconta le urla.
“Ad uno ad uno nella tempesta si lasciavano inghiottire dal mare. La gente gridava impaurita e chiedeva aiuto al cielo, a Dio, alla sorte. Lasciare un sogno significa morire. E nessuno voleva morire.”

Fu'ad e Jamila_Farollo e FalpalàRacconta dei soccorsi, della confusione, della paura di essere vivi senza la propria “vita” accanto. Fu’ad è solo sulla barca dei soccorritori, ha paura che Jamila l’abbia presa il mare e con lei il loro bambino. Rabbia.
Poi, nel silenzio, un vagito.
“Fu’ad capì. Lei che era il suo respiro, la sua casa, lei che era il suo cuore. Lei…era ancora viva! Qualcosa brillò nella notte: un sussulto del cuore, un salto di onde, un respiro del mare che finalmente calmo sembrò dire:”Benvenuto bambino. Questa notte una coperta di stelle sarà il tuo letto, le mie braccia di schiuma saranno la tua culla e tra poco il sole illuminerà la tua prima giornata in questo mondo. Ti cullerò creatura ora che sei nata perché tu meriti di essere amata”.”

Fu'ad e Jamila_Farollo e Falpalà

Il secondo libro racconta una storia simile, più antica e, per certi versi, ancor più vicina.
L’ho scelto perchè Bellosguardo è Memoria.
Io lo sento particolarmente vicino per via di una “dialettografia” familiare.
La premessa del libro ci racconta che dal 1889 al 1912 Ellis Island è stata il luogo di arrivo per tutti coloro che andavano in America in cerca di una vita migliore. Ci racconta delle moltissime famiglie che decidevano di partire, abbandonare la propria terra per raggiungere “L’America”.
“Era il 1902 e al porto di Napoli ogni giorni arrivavano per imbarcarsi centinaia e centinaia di persone, nessuno ricordava di aver mai visto tanta gente con la voglia di partire. Erano soprattutto poveracci con delle sacche sulle spalle e i vestiti rammendati alla meglio, venivano da tutto il meridione e ognuno c’aveva negli occhi la scintilla della speranza e l’ombra buia della paura e della nostalgia.”

Bellosguardo_Farollo e FalpalàBellosguardo è un bambino scappato dall’orfanotrofio e chiamato da tutti così perchè indossa sempre una maschera di pulcinella da cui spuntano solo i suoi occhi neri e lucidi, tanto profondi da mettere commozione.
Ogni giorno canta al porto e saluta tutta questa gente in partenza chiedendosi dove mai andrà e la risposta degli umini che partono è “Andiamo da Ellis, una donna che è una poesia” (…) “Fa Ellis di nome e Island di cognome” perché quella presa in giro bonaria a Bellosguardo permetteva di scacciare un po’ la paura, di allargare un po’ quel cuore soffocato dalla consapevolezza che Ellis Island era il posto in cui si sarebbe deciso il loro destino.

“Bellosguardo ascoltava a bocca aperta e cominciava a sognarsi questa ricca e generosa signora pure la notte” e così decide di partire. Non avendo i soldi per il biglietto si intrufola non visto nella stiva di una nave diretta in America.
“Bellosguardo quel viaggio non se lo scordò mai, gli pareva non dovesse finire più. La fame gli faceva fare gli incubi pure da sveglio e il freddo gli aveva fatto venire una tosse che lo scuoteva fino alle ossa, e c’era una puzza tremenda perché non ci si poteva lavare. A Bellosguardo non era mai piaciuto lavarsi, ma lì era troppo esagerato anche per lui. Poi finalmente qualcuno si era messo a gridare: l’America! L’America!”

Pieno di aspettative e sogni, Bellosguardo scende dalla nave ma la prima persona che incontra è un uomo con i baffi neri che parla una lingua sconosciuta. Con forza viene portato dal medico per la visita, la maschera (la cosa per lui più importante al mondo, l’unica cosa sua) gli viene tolta con forza e gli viene rubata.
“Bellosguardo stava nudo in una stanza fredda, mentre un medico americano lo controllava, lo tastava, lo scrutava. I grandi occhi neri senza maschera sembravano due volte più grandi”

Bellosguardo_Farollo e FalpalàCon una grande X bianca disegnata sul corpo, segno che con una tosse come la sua non può entrare in città, viene portato in ospedale dove nessuno lo capisce, nessuno risponde alle sue domande. Intorno è solo indifferenza. Lui vuole solamente sapere dov’è Ellis, dov’è il suo universo di possibilità.
“Poi finalmente Bellosguardo la vide quando ebbe la forza di alzarsi e andare alla finestra: era enorme, immensa, se ne stava dritta a guardare il mare con un braccio alzato e una fiaccola in mano“.
Finalmente, Bellosguardo trova la sua Ellis, la sua Libertà.

Bellosguardo_Farollo e FalpalàIn realtà Bellosguardo è molto più di quello che vi ho raccontato: è un libro che denuncia la condizione dei bambini nell’emigrazione italiana.

Questi due libri da oggi li troverete oltre che sugli scaffali anche in vetrina. In quella vetrina che ci ricorda come l’abbiamo conquistata la nostra Libertà.
Perché non dobbiamo dimenticare che la Libertà non è data. Non è scontata.
Dipende da noi, dalle nostre scelte, dalla nostra memoria.
Gianni Rodari scriveva:
“Vorrei che tutti leggessero.
Non per diventare letterati o poeti
ma perchè nessuno sia più schiavo”.
Questi libri vi attendono per raccontare ai vostri bambini come si diventa e quali sono alcune volte i percorsi che si intraprendono per diventare donne e uomini liberi.
Grazie

Tag: bambini, Bellosguardo, Cosetta Zanotti, crescita, Desideria Guicciardini, educazione, Francesca Assirelli, Fu'ad e Jamila, Lapis Edizioni, leggere ai bambini, lettura, libri, Manuela Salvi, migranti, scuola, Sinnos Editrice, tutte le età .

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