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Siamo nel 1932, una giovane istitutrice francese, Eugéne Chignon, si trasferisce a New York per occuparsi di una bambina di nome Alice Welrush, innamorata di “Alice nel paese delle Meraviglie” di Lewis Carroll a tal punto da vestirsi come la protagonista del libro. Giunta nella nuova casa, Eugéne scopre una regola assai bizzarra: non si può nominare né Alice nel Paese delle Meraviglie, né il suo autore, né niente che possa alimentare la mania della piccola. Ma questo non è così facile soprattutto se in città arriva Alice Liddell, la signora ormai ottantenne che da bambina ispirò Lewis Carroll.
Tra stanze di porcellana, montagne di muffin, segnali in battiti di ciglia e un gigantesco uovo, Alice, con la fidata tata Eugéne e lo bizzarro zio Timothy, vivrà l’avventura più importante della sua vità che le permetterà di “attraversare lo specchio” e scoprire cosa significhi essere Alice.
Un libro divertente, leggero e appassionante che racconta quanto leggere possa essere un’atto rivoluzionario.
E Peter Pan? Quella è un’altra storia….forse…
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